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Guida all’Ormeggio
La maggior parte di noi raggiunta l’ambita maggiore età, si è precipitato nella preparazione necessaria al conseguimento della patente di guida, sperando di poter salire il prima possibile su un’auto tutta nostra. Abbiamo fatto prove e riprove, sia con parenti che istruttori, con risultati dei quali, forse, è meglio non vantarsi tanto… l’obiettivo era comunque quello di riuscire a portare decentemente un’auto, tanto da non provocare incidenti al fine di poter superare l’esame e mettersi alla guida quanto prima.
Ricorderemo tutti, che parte della pratica riguardava i parcheggi, per la quale bisognava avere una buona manualità, che ci permettesse di posteggiare, idealmente, come veri professionisti, magari in una sola manovra.
Anche se in realtà, andava bene quando non facevamo la figura degli imbranati di turno, che dopo 15 manovre, in un continuo avanti e indietro e magari, perché no, qualche tamponamento, non fossero ancora riusciti a entrare in un posto auto, che avrebbe potuto anche alloggiare comodamente un Boeing 747.
Se quanto detto finora, era ed è, valido sulla terra ferma, risulta ancora più valido in acqua, dove, le variabili da gestire durante l’ORMEGGIO sono di gran lunga maggiori, così come la difficoltà nel riuscire nell’impresa di ormeggiare la nostra unità da diporto, intatta senza aver necessariamente provveduto ad un test rapido di resistenza agli urti, tra l’altro, come i più attenti avranno constatato, le banchine soprattutto quelle in cemento armato tendono a rimanere impassibili in vista del nostro arrivo😅😅

ORMEGGIO /or·még·gio/
sostantivo maschile
1.L’assicuramento di un mezzo nautico (o, estens., aeronautico) a un punto di solida presa. “Possibilmente rimanendo incolumi”🙃
La vera domanda è, come riuscire a fare un ormeggio decente?
Le cose di cui avremo bisogno sono la calma ed una buona dose di autocontrollo.
Ebbene si, soltanto mantenendo la calma, e con il tempo, provando e riprovando, potremo riuscire a padroneggiare qualsiasi situazione ci si presenti, riuscendo ad eseguire degli ormeggi impeccabili. Possiamo però partire dalle basi, ovvero tutto quello che è necessario tenere a mente, per avere una buona base teorica di partenza, prima di cimentarci nella pratica in mare.
Punto PRIMO, la vostra unità da diporto non è la vostra macchina, non potrete pretendere di fermarvi semplicemente frenando o tirando il freno a mano, ed allo stesso tempo non potrete sterzare e pretendere che quest’ultima viri all’istante, prima imparerete questa differenza prima eseguirete ormeggi perfetti.
Punto SECONDO, in mare per condurre un’unità da diporto bisogna imparare a prevedere, come bravi timonieri dovrete essere capaci di anticipare le vostre mosse per far procedere l’unità nella giusta direzione, basta tenere conto delle seguenti variabili:
- Vento: bisogna conoscere il comportamento della nostra unità in presenza di vento, e quindi quanto è suscettibile all’azione del vento, soprattutto a quello laterale, per poter prevedere con quale velocità ci sposteremo lateralmente (scarrocceremo), questo come possiamo intuire è uno dei fattori che non rende immediata la virata, ma bisogna quindi anticipare sempre più al crescere delle dimensioni dell’unità e della sua suscettibilità al vento;
- Mare: altra variabile preponderante è il moto ondoso e la conseguente risacca, di cui bisogna tenere conto, sempre per quanto riguarda gli spostamenti laterali;
- Ormeggio: altra cosa fondamentale da conoscere è il luogo in cui bisognerà ormeggiare, e oltre a conoscere lo spazio disponibile, bisognerà prestare attenzione ad eventuali ostacoli, siano essi gavitelli, cime tese dei corpi morti delle unità adiacenti o altro. Bisogna anche prevedere secondo quale criterio vorrete o dovrete ormeggiare in base alle esigenze, se col fianco in banchina, di prua o di poppa, e di conseguenza in questi ultimi due casi bisognerà avere a disposizione un corpo morto, per assicurare l’estremità dell’unità al largo, sia esso reperibile mediante gavitello o trappa che collega il corpo morto fino alla banchina che in genere viene passata dagli ormeggiatori. In alternativa potreste essere chiamati a dare fondo all’ancora, che dovrà quindi essere calata con anticipo per permetterle di entrare in funzione ed evitare di arrivare troppo vicini alla banchina;
- Manovrabilità: questa caratteristica è molto variabile e dipende da molteplici fattori quali tipologia di motorizzazione, di carena, dell’eventuale pala del timone, ecc… Questi fattori non possono essere controllati, pertanto bisognerà solo prendere atto del comportamento della vostra unità, così da poterli considerare in manovra e prenderne piena padronanza, questa caratteristica può palesarsi in alcune unità, dove in base al senso di marcia potrete notare come alcune avranno maggiore governo in avanti piuttosto che indietro e viceversa, dovrete dunque considerare questa caratteristica in modo da valutare preventivamente il tipo di ormeggio che vi permetterà di avere maggior controllo sulla vostra unità;
- Disposizione dei carichi: direttamente collegata alla manovrabilità, è la disposizione del carico a bordo, che influirà sulla capacità di governo. Maggiormente evidente nei piccoli natanti che possiedono necessariamente una minore stabilità e sono dunque più suscettibili allo spostamento dei carichi.
Un esempio pratico: avete passato una splendida giornata di mare in famiglia o in compagnia dei vostri amici, all’insegna del relax e del puro divertimento, arriva l’ora di rientrare e di procedere in ultimo all’ormeggio, e mentre state procedendo per effettuare un ormeggio di prua in marina, i vostri amici o familiari, — niente sapendo che con la pratica siete diventati dei veri esperti dell’ormeggio — con le migliori intenzioni e l’intento di parare l’eventuale colpo alla banchina si precipitano a prua, non esiste decisione più sbagliata, vi renderete subito conto infatti, che oltre a non avere più una buona visuale dovuta alla presenza dei vostri amici e parenti, in un attimo avrete perso anche la capacità di governare la vostra barca, che non vorrà più saperne di andare dove vorreste, portandovi a rimanere inermi, mentre procede tranquillamente verso la collisione con la barca del vostro vicino.
Cos’è successo? I natanti presentano un minore volume di carena a prua e dunque sono in grado di sostenere minore peso a prora rispetto che a poppa, quello che è successo quindi, è che i vostri amici spostandosi, hanno fatto si che la vostra barca si sbilanciasse maggiormente verso prua, diminuendo l’immersione di poppa e con questa anche l’immersione del vostro motore fuoribordo, la cui elica avrà meno acqua a disposizione su cui far presa, e soprattutto diminuirà la superficie immersa del timone di cui il motore ne è facente funzione e quindi il risultato sarà che la barca sarà come piantata a prua e voi riuscirete solo a spostare la poppa della vostra barca senza sortire alcun effetto sulla prua che procederà dritta per la sua strada;
- Propulsione: sempre legata alla manovrabilità è la propulsione, in quanto le unità dotate di singolo motore come la maggior parte dei natanti di media dimensione, avranno una manovrabilità limitata se paragonata a quella delle unità di maggiori dimensioni, dove spesso troveremo una doppia motorizzazione che, oltre ad aumentarne la sicurezza, ne aumenteranno la manovrabilità, offrendo la possibilità di poter ruotare l’unità senza toccare nemmeno il timone, e per farlo vi basterà contrapporre il senso di marcia dei due motori, quindi uno avanti e l’altro indietro o viceversa per ruotare in senso opposto, ad agevolare questa operazione potrete anche godere, quanto presenti, del contributo delle eliche di prua, che posizionate trasversalmente all’estrema prora, vi permetteranno di spingerla da un lato all’altro. Nelle unità motorizzate con motori entro-fuoribordo e fuoribordo, dovrà essere prestata particolare attenzione anche all’inclinazione del motore, cioè quella regolata dal cosiddetto trim, che dovrà essere quanto più negativa possibile, abbassando il motore il più possibile, per sfruttare la piena manovrabilità dell’unità.
- Velocità: in ultimo ma non per importanza parliamo della velocità con cui eseguirete la manovra d’ormeggio, in condizioni favorevoli è sempre bene eseguire la manovra lentamente, tenendo conto dell’abbrivio, cioè della velocità conservata dall’unità dopo aver disinnestato la marcia, dovrete quindi considerare il tempo necessario alla vostra unità per esaurire il moto, e prevedere di esaurire tale velocità sempre prima di dover effettuare una virata, in modo che quest’ultima possa essere eseguita con solo il passo d’elica, guadagnando una maggiore manovrabilità; in situazioni diverse dovrete essere poi voi a capire la velocità necessaria al fine di riuscire a mantenere il controllo della vostra unità senza lasciarla in balia del vento e delle onde;
Non dimenticate durante l’operazione di ormeggio di procurarvi dei parabordi che dovrete posizionare correttamente sulla fiancata nelle zone più esterne, con altezza variabile in base all’altezza dell’ostacolo da cui dovrete proteggervi; è bene anche avere a bordo un mezzo marinaio che vi verrà in aiuto nel recupero di cime e gavitelli.
Come abbiamo detto queste sono solo indicazioni, ma il resto, la parte più importante dovrete farla voi, dopo aver acquisito esperienza e sulla base delle sensazioni che vi trasmetterà la vostra unità, vedrete che quanto detto, nella pratica sarà molto più facile di quanto sembra, il segreto è quello di fare tanta pratica per acquistare maggiore sicurezza nelle manovre ed una certa confidenza con l’unità che vi permetterà di anticiparne le mosse e correggerne preventivamente il suo comportamento.